Questa presentazione potrebbe apparire banale e forse puerile, ma credo sia importante raccontare la storia di una “mamma” che, dopo la morte in utero della sua bimba, si è sentita infinitamente sola e triste. Nessuna indicazione, nessun aiuto, nessuno che dicesse come gestire tutto quel dolore.
A quel punto quella mamma si chiese come fare, “come cambiare le lenti” a quell’evento per evitare di soccombere, riducendo la solitudine e lo smarrimento provato?
Con il passare del tempo, e attraverso un lungo percorso svolto per accettare e comprendere quel dolore, e grazie ad una avvenuta elaborazione del lutto che ha permesso a quello stesso dolore di trovare una collocazione e un diverso significato nella vita di quella mamma, la storia di Georgia e di “me mamma”, si è via via complessificata, trasformandosi lentamente da una storia di perdita, di vuoto e sofferenza, ad una storia di aiuto, di speranza e di rinascita.
Una storia trasversale che tocca il Sé personale, proprio con il dolore dato dalla perdita di un figlio, e il Sé professionale, attraverso la fondazione di un’associazione, Georgia, che si è posta come mission quella di offrire uno spazio di ascolto a tutti quei genitori, e tutti quei sistemi familiari, che ritengono di averne bisogno, che hanno necessità di un sostegno per affrontare momenti difficili come quello dell’aborto spontaneo, come quello della procreazione medicalmente assistita, o semplicemente tutti quei genitori che non riescono più, per vari motivi, a vedersi e percepirsi come tali.
Cos’è il lutto
Con il termine lutto (dal latino “luctus” = pianto) si intende sia i rituali collettivi, sociali e pubblici che vengono svolti nelle diverse culture, sia l’insieme
delle reazioni psicologiche e dei comportamenti individuali che si sperimentano a causa della morte di una persona cara. Il lutto è una risposta naturale e fisiologica a tutte le situazioni di perdita in cui se ne esprime la sofferenza e il dolore.
Il lutto si esprime attraverso diversi livelli: fisico, emotivo, mentale, spirituale, sociale.
A livello fisico si possono presentare:
- variazione della sensibilità e delle percezioni corporee (freddo, sudorazione, improvvise vampate di calore, rigidità)
- inquietudine motoria oppure passività
- aumentato bisogno di sonno oppure insonnia
- perdita dell’appetito o il bisogno di mangiare in modo compulsivo
- disturbi cardiaci o circolatori (aumento della pressione arteriosa, tachicardia, diminuzione della pressione con debolezza e astenia)
- disturbi gastrici e o intestinali
- senso di oppressione al petto
- dispnea (respiro corto o affannoso)
- apatia
Questi sintomi fanno parte delle manifestazioni fisiche del lutto ed è importante prendersene cura in maniera adeguata.
Le emozioni, legate a quest’evento della vita, sono molto spesso in contrasto fra loro, e talvolta profondamente estranee al vissuto di chi le prova, e non sempre le persone intorno riescono a comprenderle a pieno.
Tra le emozioni provate possiamo trovare:
- sensazione di incredulità o vero e proprio shock
- paura, solitudine, vuoto
- senso di impotenza
- senso di colpa
- sofferenza, disperazione
- senso di incomprensione
- senso di inferiorità
- irrequietezza
- rabbia, collera, invidia
- indifferenza
- sollievo o liberazione.
Tutto questo, tuttavia, va messo inevitabilmente in relazione anche con l’aspetto burocratico che un aborto, e una perdita in generale, comporta. Chiedersi cosa fare in quei momenti di estremo dolore e incredulità appare fuori luogo ma, spesso, avere informazioni basilari su cosa prevede la legge può aiutare i “genitori” a non avere rimpianti in futuro, permettendogli di “dare una posto”, sia mentale che fisico al loro bambino.